di Ilaria Carloni

In onda ogni giorno dal lunedì al venerdì su Raiuno dalle 14 alle 16 con “La volta buona”, ci tiene compagnia con la sua travolgente spontaneità: è Caterina Balivo, la più vera delle conduttrici italiane, quella che non ha mai perso la sua identità, né fisica, né caratteriale. Merito sicuramente della sua famiglia, che le ha dato radici solide e valori imprescindibili, che l’hanno accompagnata sempre in questo lungo percorso televisivo iniziato nel 1999. 

Caterina ti rivedremo a settembre con “La volta buona”. E’ stata una sfida vinta?
Si, perché era per nulla scontato. Racconteremo storie di resilienza e daremo esempi positivi, non mancherà anche la parte social che per me è molto importante. 

Eri passata a La 7 al quiz Lingo, ma poi l’offerta di tornare in Rai. 
Mi sono molto divertita a fare il quiz su La 7, ma il richiamo alla Rai, che avevo lasciato durante il Covid, è stato più forte. Non è stata una scelta immediata, ci ho pensato su perché lì stavo bene, ho imparato una cosa nuova, che era anche meno usurante sul piano familiare, ma alla fine ho scelto di tornare in Rai.

Che situazione hai trovato dopo un po’ di anni?
Ho trovato un grande calore che non è per nulla scontato nel nostro lavoro, a livello umano è stata una sorpresa. A livello tecnico invece c’era ancora la scia del Covid, molta gente in smart working. 

Sei sempre stata fedele a te stessa, la tv non ti ha contaminata. Ti ha giovato o penalizzato questo modo di essere?
Ho cominciato nel ’99, festeggio le nozze d’argento. Sono stata sempre autentica in tutti questi anni, senza mai cambiare. Non so se mi abbia giovato, non posso dirlo perché non ho la prova del contrario. Credo sia una questione di testa. Sono una donna risolta e quindi, forse in maniera presuntuosa, ho sempre pensato che come sono potesse funzionare. Ai tempi in cui ho iniziato, essere così è stato un rischio, perché mentre le altre ragazze facevano di tutto pur di arrivare, io rifiutavo ciò che non mi andava bene, anche se non avevo altro.

Cosa ti ha dato la sicurezza di dire dei no?
Sai che carta avevo io? Potevo tornare a casa nel mio letto, con i miei genitori che non mi avrebbero mai giudicata e mi avrebbero rimesso in carreggiata. Questo fa la differenza: la famiglia che hai alle spalle. Anche le mie sorelle, non a caso, hanno scelto la loro strada, una è pediatra, l’altra architetto, quindi c’è sicuramente un fattore educativo che ci ha permesso di inseguire i nostri sogni con serenità senza mai scendere a compromessi.

Come hai affrontato i periodi bui?
Mi avevano messo all’angolo, mi ha fatto male, ma l’ho affrontato come una sfida. A me le sfide piacciono molto, infatti la mia personal trainer dice sempre che sarei stata un’ottima atleta perché non mollo mai e voglio sempre vedere come va a finire la gara. Ho avuto l’umiltà di rimettermi in gioco, mi sono messa a fare il pomeriggio su Raidue con i tutorial senza problemi. 

Perché pensi ti abbiano messo da parte?
Le motivazioni le capisci con il tempo, ma sono ingiustizie che alla fine ti fanno crescere. Ho avuto la mia forza nella famiglia, avevo il grande amore di mio marito, poi sono rimasta incinta quindi mi sono goduta la gravidanza, ho fatto la radio con Signorini e molti viaggi.

Come hai vissuto le due maternità?
La prima maternità l’ho vissuta con più ansia perché avevo paura di tutto, la seconda è stata più disinvolta. Oggi se dovessi fare un altro figlio, lo immagino con tanta fatica, mi rendo conto che l’età si fa sentire. Ho sempre avuto molta energia, ma mi rendo conto che inizio a stancarmi di più.

Hai avuto sensi di colpa con i figli per il fatto che lavorassi?
Ai bambini non basta mai, vogliono sempre stare con i genitori. In passato ho avuto molti sensi di colpa, che secondo me affondano le radici nel patriarcato. E’ un problema culturale, che prevede che la madre debba stare a casa, ma questo non è giusto. Pensa che già sto studiando il calendario scolastico per vedere come organizzarmi da settembre per conciliare le cose. I padri questi problemi non se li pongono.

Sei sposata da tanti anni con Guido Maria Brera. Qual è il segreto della solidità del vostro legame?
Il matrimonio si basa sulla volontà comune di stare insieme. Devono entrambi sapere che è un lavoro. Entrambi, sottolineo. Io e mio marito abbiamo gli stessi valori e quindi entrambi teniamo duro nel voler stare insieme.

Lui ha due figli da una precedente relazione. E’ stata dura subentrare?
E’ stato abbastanza naturale, ma non è una passeggiata. Nessun figlio vuol vedere i genitori separati, quindi si deve sempre entrare in punta di piedi. Se tu subentri e non li accogli con amore come se fossero tuoi, sei sconfitto in partenza. 

Che rapporto hai con Napoli?
Il mio sogno è comprare una piccola casa a Napoli vista mare perché vorrei morire lì. 

I tuoi genitori ti hanno appoggiata o ostacolata nel tuo percorso?
I miei genitori non mi hanno né appoggiata né ostacolata. Sono stati a guardare. Quando ho partecipato a Miss Italia, sono arrivati solo per la finale. Mi hanno dato fiducia senza però spingermi e mia madre mi ha sempre detto “Caterì non ti preoccupare, che il tuo letto sta sempre lì”. Ed il mio letto effettivamente è sempre lì.

Che rapporto hai con le tue sorelle? C’è mai stata competizione?
Mai. Abbiamo tute e tre personalità molto forti e diverse, ognuna ha scelto, infatti, la sua strada ben definita. 

Sei una mamma severa?
Sono severa se mi paragono a quello che mi gira intorno, ma mi sa che sono gli altri che sono morbidi e non io severa. Alla maggior parte dei bambini, infatti, è concesso sin da piccolissimi di giocare a videogames e di vedere programmi violenti. Io ci tengo moltissimo alla buona educazione in ogni ambito.

E tuo marito com’è?
Mio marito delega per poi criticare, un po’ come tutti gli uomini!

Come ti senti in questo momento?
Mi sento stanca e speranzosa.

Speranzosa in che senso?
Speranzosa di rifare altri quarant’anni così perché tanto male non mi è andata!

IM? 
Im..capa tosta!

n° 96 febbraio 2024