Dal 1924 è il mulino di Napoli, la farina preferita dagli appassionati di cucina, da pizzaioli, pasticceri e professionisti dell’arte bianca: 3 generazioni di premiati mugnai napoletani che “interpretano con fedeltà, passione e autorevolezza il patrimonio culinario partenopeo. Da un secolo lavoriamo il grano con generosità e amore, per offrire prodotti di altissima qualità, realizzati nel pieno rispetto delle materie prime, del territorio e della tradizione”. Si scrive Napoli, si legge Caputo, la dinastia dei mugnai più famosi e apprezzati del mondo: in principio fu nonno Antimo Caputo che avvió il molino-pastificio di San Giovanni a Teduccio, oggi ci sono i figli di Antimo,Carmine ed Eugenio e i nipoti Antimo e Mauro. “Autorevolezza, spontaneità e tradizione sono il nostro mantra – racconta Mauro Caputo, responsabile tecnico dell’azienda – Da 100 anni produciamo un’ampia gamma di farine destinate ai maestri degli impasti dolciari, della panificazione, della pasta e della pizza: ogni tipo é pensato specificamente per una diversa lavorazione. Il nostro unico scopo garantire elevatissimi standard qualitativi, per fare in modo cheartigiani del gusto ed esperti ristoratori esprimano al meglio la loro creatività. Ma proponiamo lo stesso identico prodotto anche in formato casalingo”.
Una ricetta antica, quasi segreta, tramandata di generazione in generazione, custodita gelosamente all’interno della famiglia. Ma qual è il “metodo Caputo”?
Grazie al Metodo Caputo le nostre farine hanno la capacità di preservare al massimo la naturalità e l’autenticità dei sapori: si tratta di una macinazione molto lenta, una tecnica legata all’antica arte molitoria che tende a preservare la qualità della materia prima senza danneggiare le parti più importanti del chicco come amidi e proteine. Le nostre farine sono il frutto di una miscela di molteplici varietà di grano tenero, approvvigionate con cura e maniacale ricerca sia sul territorio nazionale che comunitario, ogni chicco è infatti soggetto ad un accurato processo di analisi e controlli di validazione per garantire genuinità, salubrità e sapori . Questo ci consente di ottenere farine di altissima qualità preservando a pieno le proprietà organolettiche e tecnologiche ma soprattutto l’autenticità del gusto: da sempre solo ed esclusivamente dal grano, senza aggiunta alcuna di additivi. Questa é la nostra ricetta segreta, l’arte bianca di Caputo, grazie alla quale il valore dei nostri prodotti è apprezzato e riconosciuto in tutto il mondo.
Con il Progetto Grano Nostrum dimostrate estrema attenzione alla filiera produttiva e rispetto del territorio.
E’ una delle prime filiere del grano tenero in Italia: é un filo conduttore che collega il grano di Napoli all’esperienza delle aziende agronome e agricole del territorio. L’obiettivo é aumentare la tracciabilità e La selezione delle materie prime: dalla semina al sacco, tutto il processo produttivo di Grano Nostrum é certificato 100% di origine Italiana, anzi 100% Grani del Sud!
La “sostenibilità é farina del vostro sacco”, in che modo riuscite a esserlo?
Il nostro futuro è all’insegna dell’innovazione, della responsabilità e del rispetto dell’ambiente.Stiamo costruendo un nuovo stabilimento ad alta efficienza energetica, il primo mulino in Europa progettato per massimizzare l’utilizzo di energie rinnovabili. Inoltre lavoriamo alla riduzione degli sprechi e delle emissioni, un impegno concreto per la tutela dell’ambiente e delle future generazioni. E puntiamo alla valorizzazione del territorio e delle sue risorse: il nostro mulino è un punto di riferimento per l’economia locale e un esempio virtuoso di sviluppo sostenibile. Grande attenzione viene posta anche agli ambienti di lavoro, in favore della sicurezza e del rispetto dell’ operato dei nostri collaboratori.
Avete appena celebrato il vostro primo centenario, per l’occasione avete lanciato il Premio Caputo: farina, arte e anima.
Abbiamo promosso un concorso artistico, in collaborazione con l’Accademia delle Belle Arti di Napoli, per sottolineare il connubio tra arte e cibo: gli studenti e i neodiplomati si sono cimentati nella realizzazione di opere, pitture, sculture e installazioni basate sulla storia del nostro mulino e i vincitori hanno ottenuto borse di studio per proseguire nel loro percorso.
Quanto contano i mercati esteri per Caputo? E quali sono i progetti futuri?
Esportiamo in tutto il mondo, serviamo da sempre ristoranti e Pizzerie in ogni continente, ma anche il formato da scaffale per il ramo retail é in continua espansione all’estero. Caputo é Caputo ovunque, parte da Napoli, arriva fino a Stati Uniti, Giappone, Inghilterra, Australia, Nuova Zelanda e tanti altri, nel segno del made in Italy. Per il futuro stiamo creando un nuovo stabilimento in Molise, una terra fertile e performante ma il nostro cuore resta a Napoli, dove ci sono l’head quarter, gli uffici e la sede produttiva principale. Campobasso é la nostra ammiraglia di produzione da quasi 15 anni, il nuovo opificio sarà sviluppato in ottica green, col fotovoltaico che ricopre un’intera warehouse, filiera e ambienti di lavoro sostenibili, nel rispetto del territorio, dei lavoratori, dei clienti Caputo.