La rubrica sulla salute non poteva che iniziare con Annamaria Colao, non solo per il profondo legame di amicizia, ma soprattutto per le sue doti professionali, essendo nel novero degli scienziati più importanti al mondo, nonché a capo della scuola endocrinologica federiciana che vanta eccellenze in tutte le branche più importanti della medicina. Annamaria ci parla della situazione sanitaria campana e delle  eccellenze nella sua branca. “Veniamo da un periodo in cui era cronaca quasi quotidiana l’assalto ai medici di Pronto Soccorso. Con tutta la comprensione che si può avere verso un paziente, va capito anche l’operatore che si trova lì a gestire tante difficoltà. Dobbiamo lavorare tutti, utenti e operatori, affinché le cose funzionino meglio perché abbiamo dei medici eccellenti. Il problema è nell’organizzazione, che è carente a causa della mancanza di risorse”. Nonostante tutto, la Colao non ha mai accettato le numerose proposte dall’estero. “Io non sono mai andata via nonostante le tante proposte, come Stati Uniti o Australia, perché ho sempre pensato di dover erogare qui il mio sapere. Ho creato la Scuola migliore d’Italia di Endocrinologia alla Federico II, che è la prima insieme all’Humanitas di Milano. È l’unica scuola in cui si insegnano tutte le branche: Diabetologia, malattie del metabolismo, Andrologia e medicina della sessualità”. Quando ha scelto Endocrinologia, questa branca era agli albori. “Mi affascinò perché è molto investigativa. È come fare Scherlock Holmes. C’è molto ragionamento perché gli ormoni collaborano al funzionamento di tutta la macchina biologica, quindi siamo un po’ nefrologi, un po’ neurologi, un po’ epatologi, un po’ cardiologi. La scelsi perché mio padre, Giovanni Settimio Colao, aveva otto specializzazione tranne Endocrinologia, quindi gli dissi “Fammi la cortesia, questa non te la prendere che me la prendo io”. C’era una pletora di persone che si interessavano alla tiroide, così io mi “buttai” sull’Ipofisi, che è il controllore della tiroide. Pensai che dedicarmi a questo mi avrebbe aperto alla possibilità di fare tutto e così è stato”.

I suoi collaboratori sono i giovani più bravi, che arrivano da lei, perché vogliono il posto dove si lavora di più. “Non ho dovuto mai cacciare nessuno perché avviene una selezione naturale. Chi viene nel mio reparto, dopo 15, 20 giorni, capisce il ritmo: chi non ce la fa, va via da solo”. Si definisce una docente molto dura e rigida. “Ho sempre detto che devono studiare anche le note a margine perché ogni informazione può essere importante. Ho sempre preteso molto, innanzitutto da me stessa, non c’è giorno in cui io non legga o non studi. Anche oggi, penso di dover ancora imparare. Tutti coloro che si sono cresciuti con me, sono diventati professori ordinari, perché li ho formati per diventare il meglio del meglio ed essere ai vertici dell’Accademia italiana”.

Oggi la medicina, grazie all’Intelligenza Artificiale, è molto cambiata. A riguardo la Colao è una sostenitrice dell’innovazione. “È un grande strumento che se lo sai usare bene, fa risparmiare tempo perché analizza istantaneamente tutto quello che può essere fonte di errore sulla tua valutazione. È importante avere degli algoritmi che preparino già il paziente prima di arrivare al medico”.

Tuttavia sarebbe bene non arrivare proprio alla malattia. Prevenire con uno stile di vita sano. La predisposizione genetica non condiziona in modo così specifico la malattia perché su quella predisposizione agisce uno stile di vita. Molte malattie, come lo sviluppo di gran parte dei tumori che si manifestano dopo i 40 anni, quando si è messo in campo una serie di scelte di vita, dipendono dall’epigenetica ossia la trasformazione dei tuoi geni attraverso il colloquio con una serie di molecole che derivano dallo stile di vita quotidiano – afferma Annamria Colao. Cosa consiglia per prevenire le malattie? “La cena andrebbe abolita. Non siamo programmati per mangiare la sera, ma per mangiare la mattina. Resetta la macchina. Camminare a piedi, mangiare vegetali e cereali e meno cibi industrializzati, dormire più presto la sera e svegliarsi presto la mattina, non cenare, sono i miei consigli base”.

Dietro questa scienziata che ha raggiunto ogni traguardo con il massimo dei risultati, meritando anche il Cavalierato del lavoro per meriti scientifici, c’è una madre premurosa. “Come madre ho fatto una fatica terribile a conciliare, ho avuto una pazienza di Giobbe, ma i risultati sono stati ottimi. Mia figlia Alessia è cresciuta bene, ha 34 anni e fa l’avvocato. Non aveva la corda della Medicina, o meglio, l’ha manifestata tardi, dopo la laurea in Giurisprudenza e la specializzazione alla Scuola Giuridica. Magari mi capiterà un nipotino con questa mia passione, ma la vera ricchezza è poter offrire ai figli la possibilità di essere e diventare ciò che vogliono, rendendoli felici”.