Napoli è una città costruita su strati di storia, arte e mito. Tra le pieghe delle sue piazze, ai margini del mare o nei vicoli meno battuti, scorrono – o talvolta riposano – le sue fontane: elementi architettonici che raccontano secoli di civiltà, potere, spiritualità e ingegno idraulico. Non sono solo decorazioni urbane, ma testimoni di epoche e dominazioni, espressione di una città che ha saputo coniugare funzionalità e bellezza, sacro e profano, natura e architettura.
La Fontana del Nettuno è una delle fontane più famose di Napoli, situata in Piazza del Plebiscito. Realizzata nel 1600 da Michelangelo Naccherino e successivamente modificata da altri artisti, la fontana rappresenta Il Dio Nettuno e altri personaggi mitologici. La fontana, un esempio di arte barocca, è un simbolo della città di Napoli.
La Fontana della Sirena in Piazza Sannazaro a Napoli è un’opera scultorea e idraulica legata alla leggenda della nascita della città di Neapolis. Raffigura la sirena Partenope, metà donna e metà pesce, che secondo la mitologia greca si innamorò di Ulisse e, non riuscendo ad attirarlo con il suo canto, si lasciò morire gettandosi in mare. Il suo corpo sarebbe stato trasportato dalle onde fino all’isolotto di Megaride, dove oggi sorge Castel dell’Ovo.
La fontana è composta da un gruppo marmoreo realizzato da Onofrio Buccini e Francesco Jerace, con una vasca ellittica al centro della quale si erge uno “scoglio” con quattro animali simbolici: un cavallo, un leone, un delfino e una tartaruga. Su questo gruppo sovrasta la Sirena Partenope, che stringe una lira con il braccio destro e punta il sinistro verso l’alto.
La fontana fu costruita nel 1869 per ornare i giardini della stazione ferroviaria di Napoli e nel 1924 fu spostata in Piazza Sannazaro, dove si trova attualmente.
La Fontana del Sebeto, oggi si trova a largo Sermoneta, vicino al lungomare di Mergellina, ma un tempo si trovava nella zona di via Cesario Console. Raffigura la personificazione del mitico fiume Sebeto, scomparso nel tempo, attorniato da mostri marini e tritoni. Fu realizzata nel 1635 dai Fanzago, su commissione del viceré Zunica e Fonseca. In un’epoca in cui l’acqua rappresentava potere e purezza, il Sebeto diventava simbolo di radici antiche e forza mitica. Dopo diversi spostamenti e restauri, la fontana è tornata a zampillare nel 2022.
Passeggiando lungo via Partenope, lo sguardo non può non cadere sulla Fontana del Gigante, anche detta “dell’Immacolatella”. Costruita nel XVII secolo da Pietro Bernini e Michelangelo Naccherino, è un trionfo di archi, colonne, cariatidi e mostri marini. La sua storia è turbolenta: smontata, ricostruita e trasportata più volte, è oggi una delle cartoline più iconiche della città, con il Vesuvio e il mare sullo sfondo.
Nel quartiere di Fuorigrotta, dentro la Mostra d’Oltremare, si trova la Fontana dell’Esedra, costruita nel 1940 come emblema dell’Italia fascista proiettata verso il futuro. Con i suoi 40 metri di getto, è la più grande della città e un raro esempio di architettura monumentale del XX secolo. Nonostante sia oggi poco conosciuta e non sempre attiva, rimane una testimonianza importante della trasformazione moderna della città.
Nel cuore antico di Napoli, tra Piazza Dante e via Monteoliveto, questa fontana barocca realizzata tra il 1668 e il 1673 è dominata dalla statua bronzea di Carlo II di Spagna. Leoni, conche, stemmi reali e un obelisco compongono un’opera di grande impatto simbolico: Napoli capitale vicereale, città del potere e della magnificenza.
Accanto alle fontane celebri, Napoli custodisce tesori più intimi. In via Egiziaca a Forcella si trova la Fontana del Capone (o “dei Nemi”): un grande mascherone in marmo da cui sgorga l’acqua, risalente all’epoca spagnola. Nel Parco Archeologico del Pausilypon, invece, le fontane non sono più attive, ma restano le tracce di antichi impianti idraulici romani, legati alla villa imperiale che dominava il golfo. In altri angoli della città – nei chiostri, nei cortili nobiliari, nei giardini pubblici – si nascondono ancora oggi fontane minori, come quella del Cortile delle Carrozze nel Palazzo Reale.
Le fontane di Napoli sono ponti tra epoche, tra il profondo e il leggero, tra la teatralità barocca e la quiete classica. Ognuna ha una storia da raccontare, un simbolo da decifrare, una bellezza da riscoprire. In una città dove l’acqua è sempre stata simbolica – tra acquedotti antichi, pozzi e fontane – è naturale che essa si trasformi in arte.